venerdì 29 maggio 2009

UN VERDETTO SEVERO


La corte del distretto di Nagoya ha ufficializzato il suo verdetto nei confronti dell'ex Oyakata master (stablemaster) della Tokitsukaze-Beya, il 59enne Junichi Yamamoto. Il giudice Masaharu Ashizawa, infatti, ha decretato una condanna effettiva di 6 anni di reclusione, senza sospensioni di sorta, in relazione alla morte del giovane sumotori Takashi Saito, 17enne allora conosciuto come Tokitaizan, morto due anni fa in seguito alle dure percosse subìte durante gli allenamenti all'interno della sua scuderia. Il giudice ha riconosciuto colpevole Yamamoto di aver usato il suo "enorme potere" all'interno dello stabile per ordinare due giorni di abusi fisici "nettamente contrari alla dignità della persona" del giovane Tokitaizan.

La corte ha accertato, dunque, che l'ordine di punire fisicamente Takashi Saito per aver provato a fuggire dallo stabile è partito proprio dal signor Yamamoto (nella foto, all'uscita dall'aula). I tre giovani esecutori delle violenze assassine, invece, hanno avuto la pena confermata ma sospesa, visto che la loro posizione era stata stralciata da quella dell'ex Oyakata, anche in virtù della loro minore età e della condizione di assoluta subordinazione nei confronti delle gerarchie della Tokitsukaze.

Il giudice ha concluso la sua sentenza affermando che tali violenze hanno chiaramente deviato dal normale decorso della vita di scuderia, per quanto dura essa possa essere ritenuta visti i suoi opinabili stilemi, ma nell'intanto Yamamoto ha già presentato ricorso in appello e nel mentre rimarrà fuori dal carcere grazie ad una cauzione di 10 milioni di Yen.

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