martedì 14 agosto 2007

CONOSCERE IL SUMO




Ho intenzione di pubblicare un glossario che possa chiarire tutti i dubbi inerenti il Sumo. Un'opera fondamentale per chiunque voglia comprendere con un minimo di specificità questa meravigliosa disciplina sportiva. Suddividerò il glossario in capitoli di riferimento.

MAE-ZUMO & RANKING GENERALE:

Trattasi della speciale classifica la quale, chiamata BANZUKE e stilata prima di ogni nuovo torneo ufficiale, pubblica il ranking aggiornato col nome di tutti i partecipanti al Basho, partendo dai livelli più bassi sino a quelli maggiori. La piramide che ne consegue comprende i seguenti livelli, qui esposti dal più basso al più alto e come da foto:

JONOKUCHI

JONIDAN

SANDANME

MAKUSHITA

JURYO

MAKUNOUCHI (alias Makuuchi).

A loro volta i Makuuchi sono suddivisi in:

MAEGASHIRA


KOMUSUBI


SEKIWAKE


OZEKI

YOKOZUNA

Attenzione! Prima della categoria Jonokuchi, va detto, esiste una sorta di filtro non professionistico chiamato MAE-SUMO, ovvero Pre-Sumo, durante il quale i giovanissimi principianti provano ad inserirsi nel mondo del Sumo professionistico cercando di vincere almeno 3 incontri tra i 7 che devono disputare all'inizio di ogni torneo (ma vengono organizzati anche tornei minori, detti WANPAKU-SUMO). Prima del torneo di Osaka, tra l'altro, esiste una sessione aggiuntiva di Mae-Sumo. Aggiungo che i giovani più promettenti provenienti dai college in cui si pratica Sumo possono essere inseriti direttamente tra i Makushita; essi sono detti MAKUSHITA TSUKEDASHI ma divengono tali solo a determinate condizioni, cioè che abbiano vinto uno tra i seguenti tornei giovanili di Mae-Zumo: All Japan Corporate Sumo Championships (a settembre) Adult "A" Grade Sumo Competition in National Athletic Meeting (ottobre) National Student Sumo Championships (novembre) e l' All Japan Sumo Championships (dicembre) divenendo rispettivamente Corporate Yokozuna, Kokutai Yokozuna, Gakusei Yokozuna e Amateur Yokozuna, di cui l'ultimo titolo è considerato il più prestigioso perchè racchiude i partecipanti di tutte le scuole di Sumo giovanili, le università ma anche delle scuole superiori. Vincere uno dei primi tre tornei dà il diritto di divenire Makushita-Tsukedashi, entro un anno di gare dalla vittoria nel torneo amatoriale in questione, col livello 15; mentre vincere uno di essi E anche l'ultimo dei quattro (cioè il torneo di dicembre) dà diritto di divenire Makushita-Tsukedashi, ma col livello 10. Infine una nota curiosissima: un rikishi straniero per divenire Makushita Tsukedashi oltre alle condizioni di cui sopra...deve essere circonciso. Le ragioni di questa singolare pratica probabilmente vanno ricercate nelle antiche tradizioni popolari nipponiche. Va inoltre detto che chiunque riesca tra i lottatori dei primi 15 livelli Makushita ad ottenere un risultato di 7-0 (ZENSHO) viene promosso nella divisione Juryo anche se vi sono dei lottatori con ottimi scores dotati di classifica migliore. Sono detti DESHI tutti i lottatori che accedono alle categorie di Sumo come new-entries (sono ANI-DESHI quelli più esperti, cioè i "fratelli maggiori" e OTOOTO-DESHI quelli entrati in scuderia più tardi, cioè i "fratelli minori").

Sono chiamati RIKISHI tutti i lottatori di Sumo in genere ma nello specifico si chiamano SUMOTORI i lottatori delle categorie più basse, mentre sono detti SEKITORI tutti gli atleti delle divisioni JURYO e MAKUNOUCHI (che poi sono le uniche categorie professionistiche, le quali portano guadagni ingenti e reali e vengono divise in sezione Est e Ovest per meglio organizzare i tornei). Vengono definiti invece SANYAKU (letteralmente "tre gradi") tutti gli atleti che raggiungono la parte alta della piramide Makuuchi e cioè Komusubi, Sekiwake e Ozeki, mentre sono semplicemente HIRAMAKU tutti gli altri appartenenti della divisione Makuuchi che non sono Sanyaku, ovverosia i Maegashira. Ecco, nello specifico, la suddivisione delle varie divisioni:

1) JONOKUCHI: 100 Sumotori circa. 2) JONIDAN: 300 Sumotori circa. 3) SANDANME: 200 Sumotori circa. 4) MAKUSHITA: 120 Sumotori circa. Tutti costoro combattono 7 incontri per torneo al ritmo di uno al giorno. 5) JURYO: 26 Rikishi-Sekitori suddivisi in 13 sottolivelli. 6) MAKUNOUCHI: Letteralmente significa "dietro la tenda" (termine derivante dal fatto che anticamente questi lottatori attendevano il loro turno coperti da un tendaggio) e sono 36/38 Rikishi-Sekitori suddivisi in 18/19 sottolivelli. Questi comprendono per la maggior parte i MAEGASHIRA (il termine letteralmente significa "prima della testa", e costoro vanno dai Maegashira 1 a scendere sino ai Maegashira 18/19).

A questi si aggiungono un numero variabile di SANYAKU, suddivisi in 2 (o raramente 4) KOMUSUBI (o "Campione Junior di seconda classe") 2 SEKIWAKE (o "Campione Junior di prima classe") e un numero variabile di OZEKI (o "Campioni") che possono essere generalmente 2 o 4 ma anche in numero dispari se la classifica lo richiede. Infine, sopra tutti, c'è (o ci sono) lo YOKOZUNA, ovvero il "Grande Campione". Tutti costoro combattono 15 incontri per torneo al ritmo di uno al giorno. Tutte le categorie sono inserite nella federazione del Sumo giapponese, il NIHON SUMO KYOKAI (NSK) il cui consiglio direttivo, costituito di ex campioni del Sumo, è chiamato RIJI-KAI, di cui il RIJI-CHO è a sua volta il presidente eletto.

REGOLE E WAZA:

Le regole del Sumo sono poche ed essenziali. Nell'ambito del combattimento è severamente vietato:

Tirare i capelli dell'avversario.

Colpire l'avversario con pugni chiusi.

Colpirlo con calci al di sopra del Mawashi.

Colpirlo con le dita negli occhi.

Denudarne appositamente le parti intime afferrando la banda verticale della cintura.

Ogni infrazione di una o più di queste regole costa l'immediata squalifica e la sconfitta a tavolino (HANSOKU) di uno o più incontri successivi. Vince chi per primo manda l'avversario fuori dal cerchio di combattimento (il Dohyo) o chi lo fa toccare terra con qualsiasi parte del corpo che non siano i piedi. Si noti inoltre che in un torneo ufficiale due Rikishi della stessa scuderia non possono affrontarsi direttamente, a meno che ciò non sia strettamente necessario per l'assegnazione dello Yusho proprio fra uno di loro.

MONO-II:

Quando un incontro si conclude senza che l'arbitro, il GYOJI, riesca a stabilire chi sia il vincitore, egli convoca i suoi cinque assistenti, gli SHIMPAN, per un consulto che chiarisca ogni dubbio. Gli assistenti, infatti, sono posizionati ai lati del Dohyo, nei pressi del Tawara, appositamente seduti per capire al volo quale dei due Rikishi in lotta tocchi terra o esca dal cerchio di paglia per primo. La decisione dell'arbitro dopo il consulto del Mono-Ii è inappellabile come del resto qualsiasi altra decisione del giudice-arbitro.

TORI-NAOSHI:

Capita talvolta che nemmeno il Mono-Ii riesca a stabilire chi sia il vincitore di un determinato incontro; in questi casi il Gyoji, previa consultazione con gli Shimpan, fa ripetere il match. Ai due Rikishi generalmente viene dato solo il tempo di un breve ritiro ai propri angoli, per rifiatare e ripulirsi un pò, dopodichè il match viene ripetuto. Si noti che da molti anni, ormai, nel Sumo viene attuata la prova televisiva, cosicchè un giudice seduto in tribuna, dietro un sistema di telecamere, può rivedere l'azione al rallenty - in tempo reale - e fornire indicazioni preziose al Gyoji, qualora l'arbitro e gli assistenti proprio non riescano a prendere una decisione.

SHNITAI:

Esiste in realtà un'altra regola da tenere bene a mente. Questa regola è definita SHINITAI e potrebbe essere tradotta come "Corpo Morto". E' una regola ambigua, la cui interpretazione lascia spazio alla soggettività di chi la applica e la regolamenta, cioè l'arbitro. Si intende per "Corpo Morto" la regola con cui vince il lottatore che mette il piede in fallo prima del suo avversario MA solo ed esclusivamente per evitare che l'avversario, ormai privo di risorse difensive e impossibilitato a fare altro che non sia crollare malamente fuori dal Dohyo, si faccia male cadendo, oppure se il vincitore lo fa solo per accompagnare l'atterramento di un avversario sospeso per aria. In pratica, se X mette il piede fuori dal Tawara prima di Y, ma solo ed esclusivamente per accompagnare Y ed evitare che l'avversario, decisamente fuori gara, si faccia male, egli vince. Tale regola è sempre piuttosto ambigua perchè non si sa mai quanto la resistenza di un Rikishi in difficoltà evidente sia passiva o comunque tesa a sbilanciare l'avversario prima di crollare a sua volta, ma va detto che questa regola viene utilizzata generalmente quando l'avversario perdente è in sospensione e non quando è in semplice fase di difesa a terra, per quanto critica essa possa essere. Inoltre c'è sempre la possibilità che l'arbitro erri interpretazione, dando per spacciato un Rikishi ancora in grado di "inventare" qualcosa, ma considerando quanto detto è abbastanza raro che il Gyoji la applichi per soluzioni che non siano Tsuridashi o vari Nage. Ma passiamo ora alle tecniche di combattimento, dette WAZA:

NODO-WA & MORO-TE:

E qui passiamo alle tattiche di gara. Non parliamo di una Kimarite, nè una regola vera e propria ma di una tattica di combattimento (WAZA) che consta nell' afferrare il rivale per la gola con una morsa che pressa, si, ma non può strangolare (NODO-WA significa più o meno "cerchio alla gola"). Se la morsa alla gola viene fatta con due mani, essa viene chiamata MORO-TE.

HARITE:

Trattasi di un colpo secco, a mano aperta, portato generalmente sul volto del rivale, sia che lo si voglia semplicemente spiazzare, sia che lo si voglia abbattere.

TSUPPARI:

E' un'altra tattica di combattimento che consiste nel mulinare colpi a due mani, velocemente, soprattutto verso il volto dell'avversario.

MAKIKAE & SASHIKAE:

Il MAKIKAE è una tecnica che consente ad un rikishi di passare da una presa esterna sul Mawashi ad una interna, più utile per la trazione e la spinta. E' una tecnica che richiede precisione e tempismo perchè, se fallita, lascia il rikishi che la prova sprovvisto di una presa e quindi in balìa del rivale. Essa viene praticata con un movimento serpentino del braccio ma è' detta anche SASHIKAE qualora venga praticata con un movimento rettilineo.

OTTSUKE:

Trattasi di una tattica basilare del Sumo che consiste nel chiudere le braccia sul costato, in modo da impedire l'attacco degli arti rivali sotto le proprie ascelle e quindi in presa interna, per poi rilanciare sull'avversario afferrandone le braccia ed avanzando, cosa utile quantomeno a sollevare il baricentro del competitor.

MIGI/HIDARI-YOTSU & KENKA-YOTSU:

Ossia l'iniziativa offensiva destra (MIGI-YOTSU) o sinistra (HIDARI-YOTSU) con il tentativo di presa interna, sotto il braccio dell'avversario e sul Mawashi rivale. Indica la preferenza di attacco, soprattutto durante il Tachi-Ai. Quando però i lottatori optano per un'iniziativa diversa e non possono dar vita ad un Tachi-Ai analogo, essi prima dell' "aggancio" danno vita ad una breve schermaglia che è detta KENKA-YOTSU o anche SASHITE-ARASOI.

MOROZASHI & MIGI/HIDARI-ZASHI:

Il Morozashi è una tecnica fondamentale che consente ad un rikishi di andare in doppia presa interna, sul Mawashi o sul busto e quindi disporre facilmente del rivale, generalmente per Yorikiri (tecnica classica di spinta). La sola presa interna destra è detta MIGI-ZASHI e quella sinistra HIDARI-ZASHI.

DOHYO, TSURIYANE E FUSA:

Il Dohyo, come detto, è il ring circolare dentro il cui perimetro i Rikishi si danno battaglia. Il terreno di gara è posto sotto un tetto artefatto, detto TSURIYANE, che rappresenta un antico tempio shintoista, luogo presso il quale si svolgevano gli antichi scontri - e vede ogni angolo vestito di una nappa colorata diversamente, detta FUSA, a seconda del punto cardinale e della stagione ad esso collegata:

VERDE: EST-PRIMAVERA

ROSSO: SUD-ESTATE

BIANCO: OVEST-AUTUNNO

NERO: NORD-INVERNO

TAWARA:

E' il cerchio che delimita il terreno di combattimento, largo 4,55 m, ed è composto di balle di paglia compressa incastrate nel terreno. Mettere il piede su di esse, ma non fuori da esse, vale ancora come terreno di gara.

TOKU-DAWARA:

Per la cronaca, trattasi della parte irregolare del Tawara, ovvero quelle quattro parti della circonferenza di paglia che si distaccano dal resto del cerchio. Questi quattro piccoli usci hanno un'origine storica che si rifà a quando il Sumo, in epoca medioevale, veniva praticato all'aperto. La pioggia, insomma, inondava il Dohyo ma fuoriusciva dai quattro punti in questione evitando di allagare il Dohyo stesso. Oggigiorno quei punti vengono considerati parte integrante del terreno di gioco (mettere il piede su quelle prominenze non costa sconfitta) ed è proprio da lì che i Rikishi entrano sul campo di gara.

SHIKIRI-SEN:

Sono le strisce bianche, parallele, poste al centro del Dohyo. I rikishi devono far partire i loro Tachi-Ai da dietro queste strisce.

RAKIDA:

E' il terriccio con cui si costruisce il Dohyo. Proviene dal distretto giapponese di Chiba perchè storicamente viene considerato il primo su cui i lottatori hanno combattuto nella storia di questa disciplina.

SHITAKU-BEYA:

E' lo spogliatoio dove i rikishi vengono pettinati, si cambiano e si scaldano prima di salire sul Dohyo. Il luogo è molto riservato e non possono entrarvi persone che non siano state direttamente invitate dai rikishi presenti all'interno. E tantomeno delle donne.

MASU-ZEKI:

Sono gli spazi sotto il Dohyo dove siedono fino a quattro rikishi per lato (est ed ovest) seduti sopra i loro speciali cuscini (ZABUTON) nella specifica posizione a gambe incrociate, detta SEIZA.

DOHYO-MATSURI:

Prima di ogno torneo avviene il rito di "purificazione" del Dohyo stesso. Tre arbitri (Gyoji) vestiti di bianco entrano sul Dohyo e invocano la benedizione celeste sul luogo dei combattimenti, facendo le veci dei sacerdoti shintositi, cioè i KANNUSHI. Per ingraziarsi tale benedizione gli arbitri seppelliscono proprio al centro del Dohyo alcuni oggetti rituali (SHIZUMEMONO) contenuti in una pentola di terracotta e considerati simboli di buon auspicio: noci, alghe e calamari disseccati a cui si aggiungono sale e sakè, il cui biancore rappresenta la purezza. Una volta purificato il ring nessuno più potrà salirvi, eccezion fatta per lottatori, arbitri e assistenti, perciò non sarà ammesso nessuno con le scarpe e, ovviamente, nessuna donna. Prima e dopo gli scontri il ring viene sempre raschiato e ripulito, specie se sul terreno è caduta anche una sola goccia di sangue.

ABBIGLIAMENTO:

I rikishi si fregiano di alcuni indumenti particolari.

BIN-TSUKE:

Pomata collosa e profumata con cui i lottatori cospargono la propria acconciatura.

CHON-MAGE:

Acconciatura tipo coda con cui i lottatori acconciano i propri capelli lunghi durante gli allenamenti. Tutti i Rikishi devono farsi crescere i capelli in segno di riconoscimento formale.

O-ICHO-MAGE:

Acconciatura formale utilizzata durante i tornei o le cerimonie. Si tirano indietro i capelli e li si raccoglie in una crocchia elaborata la cui forma ricorda quella delle foglie di Ginkgo. Ad acconciarli è il Tokoyama, cioè una sorta di parrucchiere specifico del Sumo.

MAWASHI:

Trattasi della cintura di combattimento con cui i Rikishi si affrontano sul Dohyo o durante gli allenamenti. Essa è fatta di nove metri di stoffa più volte ripiegata sotto le gambe e attorno alla vita. Essa è di cotone durante gli allenamenti (nera per i Sumotori, bianca per i Sekitori) e di seta colorata durante gli incontri ufficiali. Durante gli allenamenti, gli Jungyo o altre esibizioni, ogni rikishi che sia almeno Juryo ripone il proprio Mawashi ma anche le varie fasciature e gli spuntini in una scatola laccata che reca inciso il suo Shikona; questa scatola (ogni Sekitori può averne una sola, mentre lo Yokozuna può possederne fino a tre) è detta AKENI ed è fabbricata da un unico artigiano di Kyoto.

SAGARI:

E' il nastro di stoffa che tutti i lottatori indistintamente portano davanti al Mawashi. Da esso partono sottili cordicelle rigide di seta attorcigliata. Queste cordicelle sono generalmente 13 ma possono essere anche 11 o in numero dispari fino a 19. L'importante è che siano dispari perchè il "dispari" ha un significato tradizionale di origine shintoista che rappresenta la virilità.

KESHO-MAWASHI:

Sono dei pesanti grembiuli ricamati dall'altissimo valore economico. Essi riportano i Kanji che compongono lo Shikona (cioè il nome di battaglia) del lottatore che lo porta o anche quello della sua scuderia. I più noti fra i Rikishi possono indossarne uno diverso per ogni giornata del Basho.

TSUNA:

E' la spessa corda bianca, pesante molti kili, con cui si veste lo Yokozuna durante la cerimonia del Dohyo-Iri, cioè il rito di presentazione degli Yokozuna. Questo ornamento glorioso e ambitissimo viene formato da parte dei colleghi di scuderia dello Yokozuna o, più spesso, da parte di quelli della medesima Ichimon, cioè l'alleanza di alcune scuderie amiche, intrecciando tre corde più piccole l'una sull'altra, sino a formare la matassa della Tsuna.

GOHEI:

Sono strisce di carta ritagliate a zig-zag che pendono dalla Tsuna degli Yokozuna e simboleggiano le offerte agli dei.

SIMBOLI & FIGURE:

Il Sumo è ricco di particolari apparentemente poco importanti ma in realtà profondamente radicati nella disciplina, nella storia e nella cultura giapponese. Vado ad elencare alcuni particolari.

KABU, SHIKONA & MYOSEKI:

Parliamo del nome di battaglia di un lottatore. Esso viene scelto dal lottatore assieme al suo maestro di scuderia (l'Oyakata) è composto da alcuni caratteri kanji ed è detto SHIKONA. Generalmente lo Shikona ha a che fare con parole che indicano forza, prestanza, astuzia (Yama/montagna, o nello specifico Fuji, Kawa o Gama/fiume, Umi/mare, Shima/isola, Kuno o Koku/Paese o Nazione, con ovvio riferimento al solo Giappone, e naturalmente Ryu che significa "drago". Altri suffissi classici sono -Nishiki/seta broccata, con riferimento ad antichi premi del periodo medioevale, o -Izumi/ sorgere, mentre è molto singolare il prenome Ho- che significa "fenice"). Attenzione però! Il nome di battaglia dei rikishi è detto Shikona ma quello degli Oyakata (che cambiano nome una volta divenuti istruttori) è detto MYOSEKI. Chiamasi KABU proprio la particolare procedura che consiste nel cambio di nome di un (ex) lottatore, da Shikona (ad esempio: Chiyonofuji) a Myoseki (ad esempio: Kokonoe). Chiamasi SEKINOTO, infine, ogni ex lottatore che lavora per una scuderia senza ancora un ruolo preciso, magari perchè ancora non è diventato Oyakata.

HEYA, KEIKO & VITA DI SCUDERIA:

La Heya (o Beya) è la scuderia di appartenenza di un Rikishi. Va specificato che tutti i lottatori iniziano la loro attività fin da bambini andando a vivere in una scuderia. Ogni scuderia sceglie i giovani che ritiene di poter "crescere" dandogli una camera (comune finchè non diventano dei Sekitori e singola quando lo diventano) e allenandoli tutti i giorni (si noti che ogni scuderia non può avere più di tre rikishi stranieri e tutti di nazionalità diversa). La vita in una scuderia è davvero dura perchè tutti i lottatori si svegliano la mattina prestissimo, generalmente fra le 5 e le 5,30 (un pò più tardi per i "big") allenandosi duramente per tutta la mattina (ASA-KEIKO) con esercizi davvero impegnativi chiamati KEIKO (Nello specifico: DE-GEIKO quando vengono effettuati in una Beya ospite, specie durante i match di preparazione ai tornei, RENGO-KEIKO quando parliamo di allenamenti tra colleghi di Ichimon, cioè l'alleanza di scuderie gemellate e SOKEN-KEIKO nel caso della sessione di allenamenti generali di tutte le scuderie che si svolgono, un giorno specifico, davanti al Riji-Kai ) questi esercizi sono costituiti anche da una disciplina di allenamento severissima e persino un pò violenta (KAWAIGATTE, altrimenti detto "trattamento con affetto") sempre utile a mantenere alta la condizione emotiva, fisica e tecnica, che i lottatori chiamano SHINGITAI: e cioè Shin (cuore) + Gi (tecnica) + Tai (corpo). L'Oyakata della scuderia può anche punire un rikishi reo di qualche grave mancanza (avvenuta dentro ma anche fuori dalla Heya) con alcune punizioni, tra cui la clausura negli stabili per uno o più giorni (punizione chiamata KINSHIN) o addirittura, nei casi più gravi, con l'espulsione dalla Heya. Per la cronaca: gli stabili utilizzati temporaneamente dalle scuderie durante le trasferte in occasione dei tornei fuori Tokyo (dove hanno sede tutte le scuderie) sono detti SHUKUSHA. Ecco, ad ogni modo, alcune tra le tipologie di allenamento che avvengono dentro le Heya, date per scontate flessioni, trazioni, lo SHIKO, cioè la divaricazione delle gambe che vengono alternativamente sollevate e poi battute sul terreno, il KONGO, ovvero il trenino fatto dai rikishi a cavallo del Tawara ed il SURI-ASHI, che poi sarebbe una sorta di marcetta a gambe flesse e braccia alternate tipica dei lottatori :

MATAWARI: La spaccata del Sumo. Seduto a terra con le gambe distese e divaricate al massimo, il Rikishi si piega in avanti sino a toccare il terreno con la parte superiore del corpo. Quando un giovane Rikishi non vi riesce, un Rikishi più anziano lo aiuta spingendogli la schiena in avanti sino a schiacciarlo sul terreno, anche a costo di fargli male.

TEPPO: Consiste nello sbattere alternativamente le mani aperte contro una colonna di legno, accompagnando questo gesto con ampi movimenti circolari dei piedi e favorendo in questo modo lo sviluppo della coordinazione tra braccia e gambe. Esso, assieme allo Shiko (cioè il sollevamento alternato delle gambe poi fatte ricadere pesantmente sul terreno) si svolge prima di un duello di allenamento, mentre il Matawari si svolge dopo.

MOSHIAI-GEIKO: "Il Re della Montagna". Due lottatori di grado più basso si scontrano e il vincitore rimane sul Dohyo, scegliendo il suo prossimo avversario. Più vittorie, ovviamente, consentono al Rikishi di allenarsi più a fondo e meglio, migliorando le proprie capacità.

BUTSUKARI-GEIKO: Al termine di un addestramento il Rikishi più anziano (e generalmente più forte) affronta una "recluta". Il giovane ha il compito di mandar fuori dal Dohyo il più anziano, spesso a ripetizione, alternandosi coi compagni di scuderia più giovani.

SANBAN-GEIKO: Due lottatori si fronteggiano in numerosi scontri consecutivi. Si tratta di un test di resistenza e rappresenta un'opportunità per affinare le proprie tecniche. I meno forti, grazie a questo allenamento, ricevono preziosi consigli dai loro avversari (e colleghi) più famosi da cui, però, possono essere punzecchiati in modo da stimolarne la combattività e istruiti anche nel modo di cadere, così che imparino a non farsi male.

Allenamenti a parte, i giovani inoltre devono imparare a scrivere bene i caratteri del proprio Shikona così da poter firmare numerosi TEGATA (autografi sovresposti all'impronta della propria mano) ma anche a servire la scuderia, facendo da assistenti ai Rikishi più anziani e più esperti, preparando il cibo (i lottatori mangiano prevalentemente CHANKO-NABE, un pastone iperproteico composto di carne bianca bollita, pesce e verdure) lavando le camerate e assolvendo anche alle più umili e sudice incombenze. Un rikishi potrà lasciare la Beya solamente quando si sposerà (a volte il matrimonio è combinato dalla scuderia stessa: chiamasi MIAI-KEKKON o NAKOUDO) ma dovrà farvi ritorno tutte le mattine per allenarsi. Il maestro di scuderia, l'Oyakata, è generalmente colui che arruola i giovani, li allena, li mantiene e da cui si fa elargire parte dei guadagni. Ogni Beya prende il nome proprio dal suo fondatore e maestro ma va detto che teoricamente solo un membro anziano della Japan Sumo Association può aprire una scuderia e poichè i posti all'interno dell'Associazione sono solo 105 (ogni posto è acquistabile da un Rikishi tramite il pagamento di una quota ma solo qualora ci siano posti a disposizione, poichè il posto nell'Associazione rimane occupato a vita) ne consegue che le scuderie non siano mai troppe. Ogni scuderia, ripetiamo, non può ospitare più di 3 lottatori stranieri (cioè con passaporto non giapponese) ognuno dei quali deve essere di nazionalità differente l'una dall'altra (regola storicamente istituita per impedire l' "invasione" dei lottatori mongoli). Una scuderia che smette la propria attività ed esce dal circuito è detta SEKINOTO (stesso termine del rappresentante di una Heya quando è ancora privo di un ruolo specifico). Si noti: ogni Rikishi o persino le stesse Heya possono avere dei fan-club associati, chiamati KOENKAI.

OYAKATA, TOSHIYORI & SHISHO:

L'OYAKATA è detto anche TOSHIYORI perchè sono quasi esattamente la stessa cosa, anche se nel primo caso il termine definisce un "maestro" in termini generici, mentre nel secondo lo definisce ai primi stadi della sua esperienza di istruttore. L'Oyakata è insomma una maestro compiuto, che può progredire fino ad entrare nel consiglio del Riji-Kai, mentre il Toshiyori è un maestro semplice, con meno qualifiche dell'Oyakata stesso. Stiamo parlando comunque del maestro di scuderia, cioè di colui che dirige ed allena i lottatori nella vita di scuderia. Nello specifico, però, colui che la scuderia l'ha fondata o l'ha ereditata come vero e proprio proprietario è detto SHISHO. In ogni scuderia ci possono essere anche più di sei Oyakata (o Toshiyori, a seconda del rango) ma ovviamente 1 solo Shisho ed ognuno di loro deve cambiare il proprio nome quando cessa l'attività agonistica diventando appunto Oyakata, Toshiyori o Shisho. Il loro nuovo nome, come detto precedentemente, ha il termine di Myoseki. Solo un ex lottatore professionista con almeno un torneo combattuto tra i Sanyaku e 20 tra i Makuuchi (o 30 tra i Sekitori) può diventare Oyakata. Esso deve essere di nazionalità giapponese e da Shisho può aprire una Heya (scuderia) a patto di essere entrato nella Japan Sumo Association, da cui percepirà una pensione (prendiamo l'esempio del grande Chiyonofuji. L'ex Rikishi è diventato membro d'onore dell'Associazione, quindi ha cambiato nome d'arte in Kokonoe e di conseguenza ha fondato la Kokonoe Beya, scuderia in cui militano i rikishi Chiyotaikai e Chiyohakuho, i cui suffissi chiariscono bene il riferimento d'origine). L'Oyakata segue passo passo tutti gli allenamenti dei giovani lottatori, li consiglia, li punisce e gli concede lo stretto indispensabile per vivere, ma al contempo richiede la metà dei loro introiti che possono scendere in proporzione quando uno dei suoi lottatori diventa ricco e famoso. Riassumendo: lo Shisho è colui che fonda una scuderia o che la guida quando gli viene "consegnata" ma ce ne sono altri, di rango inferiore, che gli fanno da assistenti (gli Oyakata o Toshiyori). All'età di 65 anni, infine, un Oyakata deve forzatamente abbandonare l'attività. Vivrà degli introiti guadagnati durante la sua vita agonistica e professionale ma anche di una speciale pensione rilasciata dal Kyokai in collaborazione col Ministero dello Sport, Cultura ed Educazione. Per la cronaca: la moglie dello Shisho, aiutante del marito nell'organizzazione delle cerimonie e delle questioni non-agonistiche, è detta OKAMISAN e può essere un riferimento importante in una Heya.

TSUKEBITO:

Lo Tsukebito è l'attendente di un Sekitori, cioè di un Rikishi esperto e ormai abbastanza ricco. Ogni giovane lottatore alle prime armi viene adibito a mansioni poco prestigiose quali quella di cuoco (cucina Chanko-Nabe per tutti) di portinaio e di assistente di un Sekitori, che dovrà lavare, vestire e sfamare e cui dovrà fare da segretario e telefonista. Lo potrete osservare mentre lo assiste al termine di un bout.

YOBIDASHI:

Potremmo definirli "annunciatori". Lo Yobidashi è colui che annuncia l'elenco dei partecipanti al torneo prima dell'inizio della giornata di gara ed è anche colui che ne scandisce i nomi partendo da quello dell'est e terminando con quello dell'ovest, e lo fa utilizzando una tonalità piuttosto squillante e singolare (che va dal tono forte con cui comincia la dicitura fino alla flebile voce con cui la finisce). Gli Yobidashi sono anche coloro che innalzano gli stendardi pubblicitari una volta che l'annunciatore è sceso del Dohyo e i Rikishi si stanno scaldando negli angoli.

TOKOYAMA:

Ogni Heya, ogni scuola di Sumo, possiede un proprio specifico acconciatore. Parliamo di uno specialista nell'acconciatura (molto difficile) dei rikishi, che è poi quella da sistemare generalmente prima e dopo il match o prima degli allenamenti; uno specialista che sa spalmare per bene i capelli di un lottatore con la sua colla speciale, sa pettinarli e legarli nella maniera tipica (O-Icho-Mage o Chon-Mage). Tra i Tokoyama esistono 5 livelli di specializzazione.

ICHIMON:

Le Ichimon sono le cordate composte dalle scuderie amiche. Questo genere di alleanze serve più che altro per facilitare l'organizzazione delle intense tornate di allenamento tra Rikishi di diverse scuderie o, in alcuni casi, per rendere più facile e lieta la partecipazione a qualche rituale (come ad esempio l'intrecciatura della tsuna di uno Yokozuna). Allo stato attuale esse sono:

TATSUNAMI ICHIMON: ne fanno parte le Beya: Tatsunami (quella dell'ex rikishi Mokonami) Miyagino (quella di Hakuho, Ryuo e l'ex Kobo) Kiriyama, Asahiyama (quella di Daimanazuru) Ajigawa/Isegahama (quella di Harumafuji, Aminishiki e l'ex Asofuji: si è fusa in un'unica Heya) Kasugayama (quella del dimissionario Kasugao) Oshima/Tomozuna (quella dell'ex Ozeki Kaio e di Kaisei ma anche dei confluiti Kyokutenho e Kyokushuho) Takashima e Oitekaze (quella di Kokkai).

TAKASAKO ICHIMON: ne fanno parte le Beya: Takasago (quella dell'ex campione Asashoryu e di Asasekiryu) Nakamura, Azumazeki (quella di Takamisakari e dell'ex Maegashira Ushiomaru) Kokonoe (quella degli ex Chiyotaikai e Chiyohakuho ma anche di Chiyotairyu) Hakkaku (quella degli ex Hokutoriki e Kaiho ma anche di Okinoumi) e Nishikido.

TOKITSUKAZE ICHIMON: ne fanno parte le Beya: Tokitsukaze (quella di Tokitenku, Toyonoshima e gli ex Oyakata Tokitsuumi Shimotori) Kagamiyama, Izutsu (quella di Kakuryu) Isenoumi (quella dell'ex Tosanoumi) Minato, Shikihide, Michinoku (quella dell'ex Jumonji, Toyozakura, Hakuba e Ryuho) Arashio e Shikoroyama (quella di Homasho).

NISHONOSEKI ICHIMON: ne fanno parte le Beya: Nishonoseki, Sadogatake (quella degli Ozeki Kotooshu, Kotoshogiku e gli ex Kotomitsuki e Kotokasuga) Hanaregoma (quella dell'ex Shunketsu) Kataonami (quella degli ex Tamanoshima, Tamakasuga e Tamarikido) Minezaki, Magaki (quella dell'ex Wakanoho) Naruto (quella di Kisenosato, Wakanosato, TakasuTakanoyama e Takanowaka) Oguruma (quella di Takekaze, Yoshikaze e Kimikaze) Matsugane (quella di Shohozan), Hanakago (quella dell'ex Koryu) Araiso, Onomatsu (quella di Daido e dell'ex Katayama) Shibatayama, Otake (quella dell'ex Roho) Takanohana.

DEWANOUMI ICHIMON: ne fanno parte le Beya: Dewanoumi (quella dell'ex Futeno) Kasugano (quella di Tochiozan, Tochinoshin e degli ex Tochinonada, Tochinohana, Kasuganishiki e Tochisakae) Kitanoumi (quella degli ex Kitazakura e Hakurozan) Tamanoi (quella dell'ex Ozeki Tochiazuma) Musashigawa/Fujishima (quella degli ex Dejima e Kakizoe ma anche di Miyabiyama e Bushuyama) Mihogaseki, Irumagawa (quella degli ex Otsukasa e di Masatsukasa) Sakaigawa (quella dell'ex Iwakiyama, Hochiyama, Goeido e Toyohibiki) Tagonoura (quella di Aoiyama) Kise, Chiganoura e Onoe (quella di Baruto, Tenkaiho, Satoyama e Shirononami).

Fuori dalle ICHIMON, perchè ancora non affiliata, ricordiamo infine la Takadagawa Beya.

CHIGARA-GAMI:

Durante il riscaldamento e la preparazione prima del confronto fisico vero e proprio, i Rikishi sorseggiano un mestolo d'acqua preso dal secchiello apposito, il MIZU-OKE, che viene offertogli da un "collega" per poi asciugarsi labbra con un pezzo di carta bianca chiamato CHIGARA-GAMI, ovverosia "Carta della Forza", dopodichè gettano sul Dohyo una manciata di sale presa dal tradizionale cestino del sale, lo SHIO-KAGO. Entrambi questi gesti hanno un significato di purificazione rituale.


 
CHIGARA-MIZU:

Trattasi del mestolo d'acqua che un Rikishi vincitore offre al lottatore seguente. E' altrimenti detto "Acqua della Forza", ma su questo si può leggere la voce precedente.

INTAI, KAIKO, JOMEI & PUNIZIONI DEL KYOKAI:

L' INTAI è il ritiro definitivo di un Rikishi dall'attività ed avviene quando proprio un Rikishi, anziano o infortunato gravemente, decide di abbandonare l'attività. Qualora un Rikishi venisse però costretto alle dimissioni a causa di un qualche scandalo, allora si parlerebbe di KAIKO (caso Asashoryu) mentre sarebbe addirittura JOMEI il caso dell'espulsione diretta di un lottatore. In quest'ultimo caso il Rikishi non godrebbe della buonuscita e non potrebbe più lavorare nel mondo del Sumo. Con nessun ruolo (vedasi Kotomitsuki). Altre punizioni, minori, comminate dal Kyokai sono: KENSEKI (censura) KYOYO GENKAKU (Riduzione del salario) SHUTSUJO TEISHI (sospensione) e BANZUKE KOUKA (Retrocessione d'ufficio nel Banzuke).

KYUJO & FUSEN:

Trattasi del ritiro da un singolo torneo. Il KYUJO avviene quando un Rikishi dà forfait e abbandona il torneo, quasi sempre per infortunio ma anche quando un rikishi viene squalificato durante un torneo, magari per condotta inappropriata. Tale ritiro può avvenire anche solo per alcune giornate, ma resta inteso che ogni giornata di torneo che viene saltata è da considerarsi persa. Le giornate culminate col ritiro hanno il termine di FUSEN come parola specifica; un termine che può essere tradotto con "No Contest".

TORIKUMI & AITE:

E' la tabella degli accoppiamentti e quindi dei rispettivi risultati, aggiornata giornata per giornata per ogni singolo rikishi e preparata per gli accoppiamenti con uno studio molto attento dei contendenti. Ne fa parte l'AI-YOTSU, ovvero l'accoppiamento di rikishi con la stessa predisposizione al medesimo "Yotsu". Chiamasi AITE l'avversario di un rikishi nel momento in cui viene assegnato il suo nome nel Torikumi.

DANPATSU-SHIKI:

Trattasi della cerimonia di ritiro di un Rikishi. Quando avviene, la Beya dell'atleta organizza una giornata particolare a cui possono partecipare tutti i fan del Rikishi. Egli sale sul Dohyo col suo vestito da cerimoniale, si siede a centro Dohyo e lascia che a turno i fan del suo "Fan-Club", quelli della sua scuderia e i colleghi gli taglino ciocche di capelli, lasciando però quella centrale al suo Oyakata, che la taglierà per ultimo. Privo della sua lunga chioma, riconoscimento inequivocabile di un Rikishi in attività, il lottatore mette dunque fine alla sua carriera. Non si iscriverà, infatti, al torneo seguente, ufficializzando così la chiusura della sua attività.

FASI DELL'INCONTRO:

L'incontro consta di tre fasi distinte. La prima è chiamata SHIKIRI-NAOSHI ed è la battaglia psicologica che avviene prima dello scontro fisico. I due lottatori si studiano dopo aver effettuato lo SHIKO, ovvero lo scioglimento della muscolatura delle gambe che avviene mediante il tipico gesto del sollevamento delle gambe stesse, una per volta, con successivo sbattimento a terra dell'arto (un gesto, anche questo, di tradizione antichissima e che serve, oltre che per sciogliere i muscoli ed esercitare l'equilibrio, anche per "scacciare gli spiriti maligni dal Dohyo"). Terminata la schermaglia psicologica (mediante la quale i tifosi più esperti pensano di poter indovinare subito l'esito dell'incontro) si passa al TACHI-AI, ovvero all'impatto lanciato dei due contendenti l'uno contro l'altro. E' l'arbitro a decidere quando la partenza è valida (l'arbitro assume una posizione parallela ai due contendenti) e generalmente questo accade quando i lottatori toccano terra con entrambe le mani. Si noti che nulla vieta ai Rikishi di scansare l'assalto altrui spostandosi di lato! Tale mossa, che durante l'incontro ha il nome di Hatakikomi, durante il Tachi-Ai è considerata poco dignitosa ed assume il nomignolo dispregiativo di "Henka". Una volta terminato l'incontro secondo le regole già spiegate, il vincitore raggiunge il suo Toku-Dawara, si piega sulle ginocchia e dopo aver effettuato il triplo gesto del ringraziamento (alla Terra, al Cielo e agli Uomini) prende i soldi offertigli dall'arbitro sopra il ventaglio di gara ed esce dal Dohyo. Quando finisce la giornata di gare, infine, un Rikishi dei ranghi inferiori attua un pittoresco esercizio con l'antico arco tradizionale giapponese, roteando l'oggetto sopra la propria testa tra gli applausi del pubblico: questo rito conclusivo è chiamato YUMI-TORI-SHIKI ed è generalmente eseguito da un lottatore di basso rango (molto spesso un Makushita) detto YUMIFURI.

CLASSIFICA, PROMOZIONI, RETROCESSIONI E PREMI:

Abbiamo già spiegato che i Sekitori, cioè i lottatori facenti parte dei ranghi Juryo e Makunouchi, combattono ben 15 incontri per torneo al ritmo di un match al giorno, mentre sono solo 7 quelli combattuti da tutti i ranghi Sumotori. Nel Sumo non esiste pareggio di combattimento ma nemmeno esiste un pareggio di torneo. Un lottatore, infatti, sale in classifica o scende, di torneo in torneo, a seconda del numero dei successi o sconfitte che ottiene durante un torneo, cioè al termine di ogni Basho.

BANZUKE:

E' la classifica aggiornata al termine di ogni torneo ufficiale in cui ogni Rikishi vede per forza di cose modificato il proprio rango verso l'alto, se è andato bene, o verso il basso, se è andato male. Col Banzuke-Kouka si viene retrocessi d'ufficio come punizione per qualche malefatta.

 




KACHI-KOSHI:

Con almeno 8 vittorie su 15 incontri (4 o più su 7, nelle divisioni non professionistiche) il rikishi raggiunge il famigerato KACHI-KOSHI, ovvero un totale attivo di successi e sale di livello nella classifica stilata a fine Basho, ovvero il BANZUKE. Più un lottatore vince, ovviamente, più esso sale.

MAKE-KOSHI:

Al contrario, se un rikishi perde 8 o più incontri (4 o più su 7, nelle divisioni non professionistiche) retrocede per MAKE-KOSHI, ovvero un totale passivo di successi, e anche in questo caso, come ovvio, più perde, più scende di livello sino a retrocedere, se inevitabile, di rango. Questi termini sono fondamentali nella vita di un Rikishi e chiunque segue il Sumo impara ad abusare di queste due terminolgie come fossero i fondamenti dei tornei stessi. Si calcoli che ogni livello può essere raggiunto con un semplice Kachi-Koshi, partendo dai livelli più bassi e arrivando con una o più promozioni a quelli più alti.

OZEKI & KADOBAN:

Esistono tuttavia delle eccezioni. Se un Maegashira può diventare con relativa facilità Komusubi (o viceversa) e un Komusubi può diventare facilmente Sekiwake (ma va tenuto a mente che più si sale, più difficili sono gli incontri da affrontare) difficilmente un Sekiwake può diventare Ozeki! Può diventare Ozeki, infatti, solo chi centra almeno 33 vittorie in tre tornei consecutivi di cui l'ultimo chiuso con almeno un 11-4 di score. Allo stesso modo, chi raggiunge il difficile rango di Ozeki non retrocede al primo Make-Koshi in cui incappa, perchè diversamente da tutti gli altri livelli l'Ozeki si giova della possibilità di diventare KADOBAN (o Kabodan, visto che la traslitterazione dal giapponese a volte è un poco soggettiva) prima di essere retrocesso, il che vuol dire che il "Campione" può fallire un torneo ma rimanere Ozeki come premio per il suo alto livello raggiunto. Insomma, per retrocedere un Ozeki deva andare in Make-Koshi per due tornei consecutivi e solo in quel caso retrocederà come Sekiwake. A quel punto, l'ex Ozeki avrà anche un'altra chance particolare per tornare subito nel suo vecchio rango: centrando almeno 10 punti su 15, infatti, il neo-Sekiwake può tornare subito Ozeki (previa approvazione del Kyokai, che potrebbe teoricamente rifiutargliela) anche se questa opzione vale solo per il primo torneo dopo la retrocessione. Dobbiamo aggiungere, poi, che per gli Ozeki esiste la regola teorica di dover vincere almeno 68 incontri in un anno di gare (quindi in sei tornei) per rimanere Ozeki e non cadere Kabodan, ma questa regola rimane spesso disattesa. Esiste poi uno speciale regolamento che segna gli Yokozuna ma di questo occorrerà parlarne a parte.

Nell'intanto dobbiamo ben spiegare quali sono gli obiettivi di un rikishi durante un torneo, dando per scontato che il primo e più elementare dei traguardi è quello di un buon Kachi-Koshi. Eccoli spiegati nel dettaglio:

YUSHO:

Yusho è la definizione di un torneo vinto. Ogni Basho viene vinto al meglio dei 15 incontri ma se alla fine di un torneo ci sono due o più di due lottatori con pari score, allora bisogna procedere a gareggiare lo spareggio, altrimenti detto KETTEI-SEN. Tuttavia, se lo spareggio avviene tra più di due lottatori, esso avviene secondo regole diverse: parliamo del TOMOE-SEN quando parliamo di uno spareggio a tre in cui i tre singoli Rikishi si affrontano a turno reciprocamente (viene estratto a sorta il binomio iniziale) mentre parliamo di CACHINUKI-SEN quando uno spareggio si combatte tra 4, 7 oppure 8 contendenti. Diversa è la tipologia di spareggio in tornei che si concludono con 5 o 6 pari-merito. In questo particolare caso si combatte un "mini-torneo" del tipo "Cachinuki-Sen" da cui emergono tre vincitori che a loro volta si prodigheranno in un "Tomoe-Sen". La vittoria di uno Yusho conta nel palmares di un lottatore e permette al Rikishi di vincere la famigerata "Coppa dell'Imperatore", un cospicuo premio in denaro ed uno, più simbolico, in prodotti alimentari. E' detto ZENSHO-YUSHO un torneo vinto senza aver subito nessuna sconfitta (che si contrappone ad uno score con zero vittorie, detto ZENPAI).

HOSHI:

Ogni singola vittoria permette al lottatore di guadagnare una stella sul Banzuke, cioè sulla speciale classifica in aggiornamento che tiene il resoconto dei successi, o degli insuccessi, di ogni Rikishi. La percentuale di Shiroboshi (vittorie) aumenta gli introiti economici di un lottatore.

SHIROBOSHI: è la stella bianca che simboleggia una vittoria.

KUROBOSHI: è la stella nera che simboleggia una sconfitta.

KINBOSHI: è la stella dorata che spetta ai Maegashira che riescono a sconfiggere uno Yokozuna. Tali onorificenze contano certo come una vittoria, ma hanno un valore meritorio notevole nel palmares finale di un Rikishi, anche in termini economici. Di contro è chiamata BAN-KURUNAGE ogni sconfitta che uno Yokozuna subisce da un Maegashira o qualunque altro Rikishi di livello più basso, fosse anche un Ozeki.

SANSHO:

Il Sansho è l'assegnazone dei premi speciali che vengono elargiti a fine Basho. Ogni torneo Makunouchi, infatti, non prevede solo l'assegnazione dello Yusho, ma anche quella di tre premi speciali che vanno ad omaggiare tre rikishi (o più di tre) particolarmente distintisi in determinate caratteristiche di lotta. Detto che di nessuno di questi tre premi è obbligatoria l'assegnazione, ne elenco i nomi:

GINO-SHO: E' il premio per la migliore esecuzione tecnica durante il torneo e va al Rikishi che ha messo in mostra la tecnica classica meglio eseguita.

KANTO-SHO: E' il premio per lo spirito combattivo più focoso attuato durante tutto il torneo e va al Rikishi più aggressivo (ma sempre nei limiti delle regole) di tutto il Basho.

SHUKUN-SHO: E' il premio per la prestazione singola più emozionante e più spettacolare e va assegnata, quando accade, al lottatore che miete vittime illustri, che spezza un record molto longevo o mette in mostra un pezzo di bravura singolare ed emozionante.

TORNEI:

I Grandi Tornei di Sumo sono sei (a cui se ne aggiungono di minori, sebbene molto famosi: Ise, Tokyo, ecc...) e si svolgono rigorosamente durante i mesi dispari dell'anno solare, e ciò avviene per via del simbolismo derivante da tale cadenza. Il numero dispari, infatti, possiede nella cultura nipponica un significato virile. Il torneo di Sumo si svolge in un luogo chiamato BASHO. La sessione dei 6 Grandi Tornei ufficiali dell'anno è detta HON-BASHO.

BASHO:

Abbiamo detto che essi sono sei. Sono:

HATSU-BASHO: Gennaio. Tokyo: Ryokoku Kokugikan.

HARU-BASHO: Marzo. Osaka: Osaka City Prefectural Gymnasium.

NATSU-BASHO: Maggio. Tokyo: Ryokoku Kokugikan.

NAGOYA-BASHO: Luglio. Nagoya: Aichi Prefectural Gymnasium.

AKI-BASHO: Settembre. Tokyo: Ryokoku Kokugikan.

KYUSHU-BASHO: Novembre. Fukuoka: Fukuoka International Center.

JUNGYO, KOEN & HONO-ZUMO:

A questi sei tornei ufficiali se ne aggiungono spesso di non ufficiali, organizzati per promuovere il Sumo e racimolare fondi: essi sono chiamati JUNGYO e vengono utilizzati anche per allenare i Rikishi che scelgono di parteciparvi secondo disposizione del Sumo Nihon Kyokai, cioè la Federazione di Sumo giapponese. Sono chiamate KOEN, invece, le esibizioni con valenza meno commerciale che hanno valore diplomatico ed è HONO-ZUMO il Sumo praticato per ragioni esclusivamente celebrative e religiose.

FASI DEL TORNEO:


Si noti che ogni torneo viene organizzato affinchè durante la prima settimana di gara si svolgano gli incontri più abbordabili mentre dall'ottava in poi, il NAKABI, inizino quelli più difficili; incontri che arrivano in crescendo di difficoltà e tensione emotiva sino al SENSHURAKU, cioè l'ultima giornata, oppure anche oltre, se si dovesse arrivare al KETTEI-SEN o ai suoi affini. Ogni ritiro (KYUJO) costa sconfitta e va detto che l'abbinamento di ogni match viene deciso il giorno prima.

IL MITO DEGLI YOKOZUNA:

E veniamo agli Yokozuna. Il rango più importante del Sumo è proprio quello di Yokozuna, ossia "Grande Campione" o più letteralmente "Corda Orizzontale" per via della Tsuna indossata da questi campioni. Per diventare Yokozuna formalmente occorrerebbe vincere due tornei consecutivi di cui almeno uno con un parziale di 13 vittorie su 15 incontri. Nonostante questo capestro rigido, tuttavia, può divenire Yokozuna anche un atleta che racimoli qualche punticino in meno purchè non sfiguri nel confronto con un altro Yokozuna del suo stesso periodo di gare. Ciò che non è aggirabile, comunque, è il giudizio di una speciale commissione atta a nominare Yokozuna un Rikishi e cioè la YOKOZUNA DELIBERATION COUNCIL. Uno Yokozuna entra di diritto nel mito poichè nei secoli di pratica del Sumo non vi sono stati che 69 Yokozuna, di cui l'ultimo è Hakuho. Bisogna calcolare che uno Yokozuna NON può mai retrocedere al rango di Ozeki perchè lo Yokozuna ha come unico vincolo quello di ritirarsi quando la sua condotta di gara e i suoi successi non sono più all'altezza della situazione. Lo Yokozuna, va specificato, assume un ruolo assolutamente prestigioso nella cultura del Sumo ma anche in quella giapponese in sè. Da uno Yokozuna, infatti, si esige non solo una condotta di gara sempre coraggiosa e rispettosa delle regole ma anche uno stile di vita sobrio, nonchè rispettoso anch'esso delle regole e delle etichette nipponiche. Esiste un termine coniato appositamente per la condotta degli Yokozuna e cioè HINKAKU, la cui traduzione è piuttosto difficile e potrebbe essere resa con "raffinatezza", sia nel senso agonistico che quotidiano, cioè nella vita di tutti i giorni. Al suo ritiro uno Yokozuna diventa molto ricco ma anche membro onorifico della Japan Sumo Association (prendendone uno dei 105 posti, previo pagamento della quota consueta). Ecco alcune specifiche tipiche dello Yokozuna:

TSUNA:

Come detto è la corda bianca che simboleggia l'alto rango dello Yokozuna. E' composta di tre corde più piccole intrecciate dai Rikishi dalla sua Ichimon e porta uno o due nodi sul retro a seconda dello stile cerimoniale scelto dallo Yokozuna in carica. Le strisce di carta zigzagate che scendono dal cordone sono chiamate, come detto, GOHEI.

DOHYO-IRI:

E' la cerimonia di entrata sul Dohyo. Lo Yokozuna sale accompagnato da due attendenti, fregiandosi della Tsuna e compiendo alcuni gesti rituali tipici del suo ruolo. Prima degli Yokozuna, tale rito è effettuato da tutti gli altri lottatori in gruppo. La cerimonia di saluto dei Sanyaku, invece, viene celebrata in gruppo ad inizio e fine Basho ed è detta KORI-YORI.

UNRYU:

E' lo stile più utilizzato con cui viene messo in scena il Dohyo-Iri da uno Yokozuna. Distinguibile per un grande cappio circolare sul retro della Tsuna, è generalmente definito uno stile di rappresentazione "difensivo" perchè prevede sempre una mano posizionata sul ventre e prende il nome dal primo Yokozuna che lo adottò, il 10° Yokozuna della storia, Unryu Hisakichi.

SHIRANUI:

E' lo stile meno utilizzato con cui viene messo in scena il Dohyo-Iri da uno Yokozuna, in quanto si dice non porti bene e sia simbolo di arroganza. Distinguibile per un doppio cappio convesso sul retro della Tsuna, è generalmente definito uno stile di rappresentazione "offensivo" perchè prevede entrambe le mani poste lontano dai fianchi e prende il nome dal primo Yokozuna che lo adottò, l'11° Yokozuna della storia, Shiranui Koemon.

TACHI-MOCHI:

E' uno dei due attendenti che accompagnano lo Yokozuna sul Dohyo durante il Dohyo-Iri ed esattamente colui che lo precede. Costui è anche detto "Portaspada" perchè porta con sè un'antichissima spada che simboleggia lo spirito guerriero dello Yokozuna (anticamente gli Yokozuna erano Samurai). La spada è chiamata TACHI mentre va detto che il Tachi-Mochi proviene spesso dalla scuderia dello stesso Yokozuna, tranne nel caso che il suo rango non sia sufficientemente dignitoso (generalmente un Maegashira) cosa che costringe lo Yokozuna o il suo Oyakata a cercare tale attendente tra le file della propria Ichimon.

TSUYU-HARAI:

E' l'altro attendente dello Yokozuna e potremmo definirlo "Tergisudore" perchè trasporta un panno con cui lo Yokozuna dovrebbe teoricamente asciugare il sudore delle sue prossime fatiche. Anch'esso proviene dalla scuderia dello Yokozuna (generalmente un Maegashira anch'esso) e anche lui può essere "arruolato" nella propria Ichimon in caso di necessità.

ARBITRI & GIUDICI:

Abbiamo già detto che il giudice-arbitro nel Sumo assume il nome di GYOJI ed è accompagnato nel suo difficile compito da 5 assistenti di linea, gli SHIMPAN, che vigilano sulla giustezza delle sue decisioni e lo aiutano in caso di necessità. Gli Shimpan, vestiti di scuro, sono in realtà ex-Rikishi fuori attività ed hanno anche il compito di sorvegliare i bout per verificare, nei limiti del possibile, che essi non vengano "aggiustati" in cambio di denaro o altro genere di contropartite (YAOCHO) o che si combatta con svogliatezza e senza competitività (MUKIRYOKU-ZUMO). Così fosse gli Shimpan devono avvisare una speciale Commissione di Controllo del Kyokai che deciderà per degli "avvertimenti" ufficiali se non, addirittura, per delle sospensioni. Due ammonizioni per Mukiryoku-Zumo comminate al medesimo rikishi all'interno dello stesso torneo, per esempio, costano il Kyujo per il rikishi in questione. Il Gyoji, invece, possiede una tradizione antichissima come antichi sono i riti che lo accompagnano. Innanzitutto dobbiamo far presente che tutti i Gyoji di un torneo non hanno solo il compito di arbitrare gli incontri, benedire il Dohyo prima del torneo (Dohyo-Matsuri) e consegnare ai vincitori le buste col denaro sul dorso del proprio ventaglio, ma svolgono altre due funzioni molto importanti: il BANZUKE-HENSEI, cioè la preparazione e la ratifica della lista del Banzuke a partire da tre giorni dopo la fine del torneo, e il TORIKUMI-HENSEI, cioè la formazione degli accoppiamenti, giorno per giorno, di ogni torneo. La manipolazione quotidiana di questi accoppiamenti, ricordiamolo, viene effettuata appositamente per rendere un torneo il più elettrizzante possibile. I Gyoji, inoltre, praticano il DOHYO-MATSURI, ovvero il rito di consacrazione del Dohyo. Ma torniamo ai Gyoji, gli arbitri. Essi vengono iniziati a questo ruolo prestigioso proprio perchè provenienti da famiglie legate al mondo del Sumo e vengono subito suddivisi in due categorie nominali di esclusiva valenza tradizionale. Gli arbitri, infatti, vengono rinominati col cognome di due antichissime famiglie "patrizie" del periodo Yedo, i SHIKIMORI e i KIMURA. I primi si contraddistinguono perchè tengono il ventaglio di gara con le dita rivolte verso l'alto, mentre i secondo con le dita rivolte verso il basso. Ovviamente anche i Gyoji hanno dei livelli a seconda della loro esperienza e della loro bravura, ergo salgono o scendono di livello a seconda degli errori commessi. Dal basso verso l'alto essi si suddividono in:

GYOJI: Arbitri semplici delle divisioni minori, generalmente inferiori alle categorie Sekitori. Vestono con decorazioni verdi o nere.

JURYO-GYOJI: Arbitrano i liveli Juryo e possiedono ornamenti bianchi e verdi.

MAKUNOUCHI-GYOJI: Arbitrano i match dei Rikishi facenti parte della divisione Makuuchi e hanno decorazioni rosa e bianche.

SANYAKU-GYOJI: E' l'arbitro che giudica i tre livelli immediatamente sotto allo Yokozuna e veste ornamenti rosso squillante.

TATE-GYOJI: Trattasi dell'arbitro sommo! Ha ornamenti viola. In questo caso i suoi assistenti hanno ornamenti viola e bianchi.

I Gyoji hanno diverse facoltà e diversi modi di esprimersi sul Dohyo:

YOI! HAKKEYOI! Significa "Muovetevi!" Ed è una frase usata per scuotere i lottatori che indugiano in stalli troppo prolungati.

NOKOTTA! NOKOTTA! Significa pressapoco "siete ancora qui?" Ed è usato generalmente nelle fasi iniziali del confronto fisico per tenere desta l'attenzione dei Rikishi.

In casi piuttosto rari i Gyoji possono sospendere il match quando due Rikishi dalle capacità molto equilibrate non riescono ad uscire da uno stallo lunghissimo. In questo caso l'arbitro ne tocca le schiene per comandargli lo stop, ne prende le posizioni segnando degli spunti sul terreno, dopodichè li manda agli angoli per qualche secondo affinchè riprendano fiato; dopodichè li riposiziona nello stesso punto in cui i lottatori si trovavano e, dopo avegli battuto i Mawashi, ne comanda la ripresa delle ostilità.

KIMARITE:

Non esisterebbe Sumo senza prese. Ne esistono 48 mosse pure ma raggiungono il numero di ben 82 se si considerano le loro molteplici varianti e gli ultimi conii che danno nome ad alcuni passi falsi in stile "auto-gol". Le KIMARITE, si chiamano così, si dividono in 4 tipi diversi:

OSHIDASHI: Spinta

UTCHARI: Traino


IPPONZOEI (o NAGE): Proiezione


TSURIDASHI: Sollevamento.

Sarebbe onestamente impossibile riassumerle tutte ora, corredando i loro nomi con una precisa spiegazione della tecnica, ragion per cui elenco questi link tratti direttamente dal sito ufficiale del Nihon Sumo Kyokai, cioè la federazione ufficiale di Sumo giapponese:


AMIUCHI

ASHITORI

CHONGAKE

GASSHOHINERI

HARIMANAGE

HATAKIKOMI

HIKIOTOSHI

HIKKAKE

IPPONZEOI

IZORI

KAINAHINERI

KAKENAGE

KAKEZORI

KATASUKASHI

KAWAZUGAKE

KEKAESHI

KETAGURI

KIMEDASHI

KIMETAOSHI

KIRIKAESHI

KOMATASUKUI

KOSHINAGE

KOTEHINERI

KOTENAGE

KOZUMATORI

KUBIHINERI

KUBINAGE

MAKIOTOSHI

MITOKOROZEME

NICHONAGE

NIMAIGERI

OKURIDASHI

OKURIGAKE

OKURIHIKIOTOSHI

OKURINAGE

OKURITAOSHI

OKURITSURIDASHI

OKURITSURIOTOSHI

OMATA

OSAKATE

OSHIDASHI

OSHITAOSHI

SABAORI

SAKATOTTARI

SHITATEDASHINAGE

SHITATEHINERI

SHITATENAGE

SHUMOKUZORI

SOKUBIOTOSHI

SOTOGAKE

SOTOKOMATA

SOTOMUSO

SOTOTASUKIZORI

SUKUINAGE

SUSOHARAI

SUSOTORI

TASUKIZORI

TOKKURINAGE

TOTTARI

TSUKAMINAGE

TSUKIDASHI

TSUKIOTOSHI

TSUKITAOSHI

TSUMATORI

TSURIDASHI

TSURIOTOSHI

TSUTAEZORI

UCHIGAKE

UCHIMUSO

USHIROMOTARE

UTCHARI

UWATEDASHINAGE

UWATEHINERI

UWATENAGE

WARIDASHI

WATASHIKOMI

YAGURANAGE

YOBIMODOSHI

YORIKIRI

YORITAOSHI

ZUBUNERI

Ecco le 5 mosse con cui un Rikishi si può autoeliminare per errori di posizioni o sviste proprie:


ISAMIASHI

KOSHIKUDAKE

TSUKIHIZA

TSUKITE

Ed ecco l'elenco delle mosse vietate che costano immediata squalifica e sconfitta (elenco originale in lingua inglese):

striking the opponent with a closed fist
grabbing the opponent's hair
jabbing at the opponent's eyes or solar plexus
palm striking both of the opponent's ears at the same time
grabbing or pulling at the opponent's groin area
grabbing the opponent's throat
kicking at the opponent's chest or waist
bending back one or more of the opponent's fingers.

Ringraziando tutti voi per la pazienza e la passione con cui siete riusciti a terminare questo mio articolo-fiume, non posso che citare anche il grande Walter Long, autore di "Sumo", unico testo sul Sumo mai edito in Italia, nonchè gli amici di Sumo.it, sito italiano di riferimento sul magnifico mondo del Sumo.

1 commento:

Pippooshu ha detto...

Articolo suscettibile di aggiunte periodiche.