lunedì 29 giugno 2009

CIAO, MICHAEL


Il giorno 25 giugno si è spento nella sua residenza di Los Angeles il grande cantante, artista, ballerino americano, Michael Jackson, nato il 29 agosto del 1958 a Gary, nell'Indiana, e definito unanimamente come "Il re del pop". Inutile il trasporto di Michael all'ospedale universitario di UCLA ed il conseguente tentativo di rianimarlo, durato circa un'ora. Spezziamo dunque per un momento il filo conduttore che unisce le "pietanze" di quest'umile taverna per rendere omaggio ad un autentico mito della musica mondiale. Colui che per primo fece dell'interpretazione canora uno show e che fece della propria abilità di ballerino un simbolo generazionale. La sua ascesa da bambino prodigio a membro portante degli Jackson Five, band composta da Michael e dai suoi quattro fratelli, poi la sua esplosione come artista singolo, autore di pezzi straordinari come Thriller, Billie Jean (che qui sotto proponiamo in una versione Live) The way you make me feel, Beat it, Dirty Diana, Man in the mirror, Human nature, Bad, Smooth criminal, You are not alone e naturalmente dell'indimenticabile We are the world, scritta assieme a Lionel Richie, hanno creato dell'eterno ragazzo Michael Jackson un mito inossidabile.

Ipocondriaco, patologicamente infantile e sofferente per i postumi dei molteplici interventi di schiarimento dermatologico, dovuti forse per sopperire a problemi di vitiligine, chirurgie di plastica facciale e per le molteplici infiltrazioni di potenti antidolorifici e antidepressivi, Michael era ormai ridotto da qualche anno ad una figura triste e solitaria. Perennemente nascosto sotto cappelli e mascherine, sofferente per problemi al fegato e, pare, per i problemi derivati da un cancro della pelle mai pienamente riassorbito, Michael Jackson, col visago semi-distrutto dagli interventi folli a cui si sottoponeva, era stato persino accusato di alcuni scandali pedofili, da cui era stato però assolto. Chi lo conosceva, del resto, descriveva il grande artista come un bambino nel corpo di un uomo, più asessuato che veramente morboso. Gli scandali e le spese folli, tra le quali quelle necessarie a difendersi da cotante accuse, avevano ridotto Jackson ad un debito di oltre 400 milioni di dollari e ne avevano logicamente aggravato le crisi depressive. Così, nella sera del giorno 25, Michael, forse per riprendersi da un malore, potrebbe aver abusato di un antidolorifico che ne ha causato un arresto cardiaco. Purtroppo fatalmente. Al di là delle indagini doverose, che dovranno chiarire il caso, a noi comuni cittadini non resta che salutare per sempre Michael Jackson. Un Peter Pan con la voce ed il ritmo di un principe. Ciao, Michael.

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