venerdì 28 marzo 2008

BUH!





Asashoryu Akinori, fresco vincitore dell'Haru-Basho 2008, come da foto in basso durante premiazione e festeggiamenti, è mongolo, così come mongolo è l'altro Yokozuna, Hakuho, e mongoli sono tanti altri campioni del Sumo contemporaneo: Ama, Asasekiryu, Kakuryu, Tokitenku, Kyokutenho, Ryuo e tanti, tanti altri. Ma perchè il Sumo nipponico sembra premiare soprattutto rikishi mongoli? Che la stirpe di Gengis Khan abbia fatto un patto coi sacri numi della lotta? La ragione, in realtà, è molto più semplice e si racchiude in una sola parola, anzi...quasi un singolo suono: Buh!

Per celebrare l'indipendenza della Mongolia, avvenuta nel 1921, nel Paese asiatico fu modernizzata un'antichissima tradizione molto sentita tra le tribù delle steppe mongole e cioè il Naadam. Il Naadam è una festa nazionale che dura due giorni e che si celebra l'11 e il 12 luglio davanti agli spettatori della capitale Ulaan Bataar. Durante questo evento si possono assistere a gare di ogni tipo fra le quali quelle di tiro con l'arco, tradizione mongola antichissima, corse a cavallo, altra (ovvia) tradizione mongola e, per l'appunto, il Buh, cioè una gara di lotta non particolarmente violenta che assomiglia molto al Sumo giapponese. Le gare di Buh, in realtà, si susseguono tutto l'anno a livello amatoriale fra i giovani e i meno giovani delle varie tribù, ma trovano la loro consacrazione ufficiale durante i due giorni del Naadam, periodo durante il quale circa 500 atleti provenienti da tutte le parti delle steppe mongole, giungono ad Ulaan Bataar.

Oltre cinquecento colossi, dunque, si sfidano a eliminazione diretta in rapidissimi scontri più tattici che violenti, al termine dei quali il vincitore volteggia come uno sparviero sopra il rivale battuto. Il gesto, in realtà, non è segno di umiliazione ma viene considerato solo come la composta esultanza per avere dimostrato la propria superiorità fisica in un duello leale. E non ci sono categorie: i pesi "massimi" sfidano quelli "leggeri" e non sempre hanno la meglio. Vince chi fa toccare terra all'avversario almeno con un ginocchio: insomma, vi pare somigli a qualcosa di cui abbiamo parlato in precedenza..? I lottatori, per la cronaca, indossano i tradizionali stivali di cuoio (Gutul) una giacca che copre solo spalle e braccia (Zodog) e dei pantaloncini di seta molto attillati (Shudag). Chi vince cinque incontri conquista il titolo di Falcone, poi quello di Elefante (7 vittorie) ed in seguito quello di Leone (con ben nove trionfi). Chi si aggiudica almeno due titoli nazionali viene acclamato come Titano. Attualmente esistono non più di 10 Titani, poco oltre una trentina di Leoni, più di una cinquantina di Elefanti e circa un centinaio di Falconi.

Ecco spiegato, dunque, perchè i giovani mongoli sembrano avere particolare dimestichezza nel Sumo giapponese.

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