sabato 6 febbraio 2010

LE RIFLESSIONI DELL'OSTE




Il caso Asashoryu, con il suo epilogo triste e devastante al tempo stesso, merita davvero un'attenta riflessione. Un confronto puntuale tra noi amanti del Sumo.

Asashoryu è stato costretto all'Intai dopo una carriera ricca di straordinari successi ma anche di irritanti eccessi. Asa, del resto, era questo, prendere o lasciare. Ed il Kyokai ha lasciato. Ancora una volta riteniamo doveroso spostare l'attenzione sul contesto entro il quale si è mosso lo Yokozuna e l'uomo Asashoryu, alias Dolgorsuren Dagvadorj, nato ad Ulan Bataar, in Mongolia, il 27 settembre 1980. In Giappone il rispetto delle rigidissime etichette imposte dalla società è assolutamente doveroso ed uscire dall'ambito di queste formalità è decisamente indecoroso ed umiliante. Ubriacarsi con gli amici o - come spesso succede ai cosiddetti "salary men" alla fine della giornata di lavoro - coi colleghi di lavoro, è una cosa normale ma lo è in quanto consuetudine. Lo è perchè il bere con gli amici ed i colleghi semplifica la creazione di un gruppo compatto e facilita i rapporti interpersonali. Tuttavia, a parte il fatto che ultimamente il governo giapponese sta cercando di porre un freno a questa piaga sociale, soprattutto per ciò che concerne gli ubriachi alla guida, c'è da dire che in Giappone il bere è lecito purchè sia fatto all'interno dell'ambito sociale opportuno, cosa che certo non è stata per il caso di Asashoryu. Il Sumo, lo abbiamo detto più volte, non è uno sport puro e semplice ma qualcosa d'altro. Qualcosa di più profondo e legato a doppia corda con la società giapponese, cosa che pertanto ci esplica con maggiore chiarezza i motivi dell'Intai del "Dragone blu" e sottolinea l'importanza di un comportamento corretto, se non addirittura sacrale, da parte del massimo esponente di questa disciplina a metà tra la prova di forza ed il rito religioso.

Il caso di Asashoryu (nelle due foto in alto è assieme al suo manager, Akihiro Ichimiya, subito dopo la conferenza stampa del suo Intai) è dunque diverso dalla norma perchè un rikishi, tanto più uno Yokozuna, non può davvero fare le ore piccole in un night club, per lo più durante lo svolgimento di un Basho ufficiale, ubriacandosi e finendo a botte con un altro avventore. In questo caso l'etichetta giapponese è infatti ancora più rigida e vieta in maniera assoluta certi atteggiamenti da parte di uno Yokozuna. Asa, invece, si è ubriacato, ha perso la testa, ha litigato con un (ambiguo) individuo e gli ha rotto il naso. Oltretutto va detto che il suo manager ha peggiorato la situazione, inventando una storia falsa che ha peggiorato l'immagine di Asashoryu una volta emersa la verità dei fatti. Il tutto alla fine di una lunga serie di intemperanze che hanno visto Asashoryu contestare il verdetto dei Gyoji, esultare in maniera sguaiata dopo i suoi trionfi, inventare scuse pur di saltare gli Jungyo, litigare con altri campioni, tirare i capelli agli avversari (Kyokushuzan) e riempire di improperi i reporter più insistenti ed invadenti.

Certo...c'è anche da chiedersi perchè Asa si sia lasciato andare proprio nel bel mezzo di un Basho. E' certamente possibile che molto abbia influito la sconfitta subìta nel pomeriggio di quel 16 gennaio contro Goeido, sconfitta che aveva demoralizzato lo Yokozuna e ne aveva provocato il crollo psicologico, il che ci lascia pensare che Asashoryu in verità ci tenesse molto al Sumo e non è vero, come dice qualcuno, che ne fosse del tutto disinteressato. Asa era ed è una persona fragile, come spesso lo sono tutti quelli che non reggono alle tensioni della vita e scivolano verso comportamenti lassisti ed aggressivi, ci teneva molto a far bene e non sopportava l'idea di perdere ancora un torneo in favore di terzi, vedi Hakuho.

Ma questo alle rigide etichette del Kyokai non interessa. Asashoryu era stato ammonito più volte per i suoi atteggiamenti esagerati ed alla fine è stato messo con le spalle al muro. Probabile che molto abbia influito anche il suo essere mongolo, il che, in una società molto chiusa e vagamente xenofoba come quella giapponese, certamente può aver peggiorato le cose ma non c'è dubbio che Asashoryu abbia sbagliato perchè pur conoscendo bene il mondo ultra-tradizionalista nel quale si muoveva, Asa ha continuato a sfidarlo, ad insolentirlo e ad irritarlo finchè i suoi detrattori si sono trovati nella condizione di poter sollevare la loro Katana sopra il collo dello Yokozuna.

Ci mancherà, Asashoryu. Ci mancherà la sua inarrivabile qualità tecnica, senza dubbio la più divertente delle opzioni agonistiche tra tutte quelle del consesso Sanyaku e ci mancherà la sua verve, il suo atteggiamento guascone ed irriverente che tanto ha irritato il Kyokai ma tanto ha contribuito nel fare di lui un personaggio assoluto; l'unico, forse, capace di calamitare l'attenzione persino di pubblici estranei al mondo del Sumo, come quello degli sportivi europei ed occidentali in genere, troppo sovente tutti calcio e football. Ci mancherà Asashoryu, dunque, terzo Yokozuna di sempre in ordine di Yusho vinti (ben 25) alle spalle dei soli Chiyonofuji (31) e Taiho (32) entrambi teoricamente raggiungibili e superabili se il 29enne Asashoryu avesse potuto continuare ma lo Yokozuna mongolo mancherà al Sumo tutto, c'è da crederlo, se è vero come è vero che alcuni cronisti già paventano un calo netto degli spettatori che dovrebbe aggirarsi attorno al 30/40% del netto. Come dire...no Asa, no party!

E allora ciao, straordinario "Dragone blu del mattino". La nostra umile taverna ti abbraccia e si inchina alla tua grandezza. Sei stato e sarai sempre il nostro mito più grande.

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